Amstel Gold Race 2025, Tadej Pogačar: “Skjelmose è stato il più veloce oggi e per me il traguardo è arrivato 5 metri troppo tardi”
"Alaphilippe ha attaccato come se avesse le gambe per vincere la corsa, ma sulla salita successiva si è staccato, quindi sono dovuto andare da solo e il gruppo dietro è stato sempre molto vicino", ha aggiunto lo sloveno riguardo al suo attacco da lontano

Secondo 2° posto consecutivo per Tadej Pogačar in una settimana. Dopo essere stato sconfitto da Mathieu Van Der Poel alla Parigi-Roubaix, il campione del mondo si è dovuto inchinare a Mattias Skjelmose (Lidl-Trek) all’Amstel Gold Race 2025, venendo rimontato dal danese alo sprint. Lo sloveno della UAE Team Emirates XRG non ha fatto anche oggi mancare il suo consueto spettacolo, seguendo l’attacco di Julian Alaphilippe (Tudor Pro Cycling Team) e poco meno di 48 chilometri dalla conclusione e restando da solo al comando 5000 metri più tardi, ma questa volta il 26enne non è riuscito a fare il vuoto su tutti gli altri ed è stato raggiunto da Skjelmose e Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) a otto chilometri dal traguardo, finendo poi battuto dal primo in volata.
Tadej, non sei il tipo di persona a cui piace perdere. Dicci un po’ come ti senti in questo momento.
È tutto ok.
Raccontaci quando quando Julian ha attaccato. Ha scombussolato un po’ i tuoi piani, perché eravate ancora molto lontani dal traguardo?
Ha attaccato come se avesse le gambe per vincere la corsa, quindi ovviamente l’ho seguito. Non si può mai sottovalutare Alaphilippe, quindi l’ho seguito e ho pensato che saremmo andati lontano insieme. Ma sulla salita successiva si è staccato, quindi sono dovuto andare da solo e il gruppo dietro è stato sempre molto vicino. Poi, una volta che Skjelmose e Remco si sono riuniti, è stato davvero difficile competere contro due corridori così forti. Così ho deciso di aspettarli negli ultimi 6 chilometri o giù di lì, ma non sono stati sufficienti per recuperare in vista dello sprint.
Ti sentivi stanco dopo aver fatto le classiche?
Sì, un po’. Voglio dire, sono in buona forma dall’UAE Tour, ma questo è ciò che volevo, questo programma. Penso che dopo la Roubaix sia stato importante resettare un po’ perché queste tre corse sono un po’ diverse dalla Roubaix, e penso che lo stesso valga per la Freccia e la Liegi. Ci sono altre due belle corse da fare prima che finisca la prima metà della stagione, quindi non vedo l’ora di finire questa settimana.
Parlaci dello sprint.
Con l’ultimo Cauberg prima del traguardo è un po’ più difficile di prima, ma credo che tutti fossero un po’ al limite. Mi aspettavo che qualcuno avrebbe attaccato sulla salita, quindi mi stavo preparando per questo, ma Remco ha fatto un ritmo piuttosto alto, quindi ho deciso di stare alla sua ruota, non volevo sprintare per primo. Ma alla fine Matias è stato il più veloce oggi e per me il traguardo è arrivato 5 metri troppo tardi.
Sei sorpreso dalla rimonta di Remco e Matias?
Non sono sorpreso, perché quando sei da solo su un percorso del genere è bene, ma dietro c’erano ancora alcuni corridori che potevano tirare. Quindi per la maggior parte del finale ero da solo contro 15 corridori e poi contro due corridori forti, quindi non mi ha sorpreso che abbiano chiuso il gap, anche per via del vento contrario negli ultimi 15 chilometri, dove ho iniziato a mostrare qualche debolezza. Poi ho visto alla fine che in realtà potevo forse spingere fino alla fine, ma non si può mai sapere.
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